2022
Mostra: Emanuele Cavalli e la Scuola romana: attraverso gli archivi, a cura di M. Carrera, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna.
La mostra documenta un periodo cruciale della storia dell’arte del Novecento, quello dell’Italia tra le due guerre, attraverso lo sguardo di uno dei suoi protagonisti: Emanuele Cavalli (Lucera 1904 – Firenze 1981).
Autore insieme a Giuseppe Capogrossi e Roberto Melli del “Manifesto del Primordialismo plastico”, il pittore e fotografo con la sua pittura tonale si fece interprete di un nuovo modo di intendere la figurazione che segnò un’epoca.
La recente donazione del suo archivio alla Galleria Nazionale da parte della figlia Maria Letizia offre uno sguardo inedito sul suo universo artistico e umano, costellato dagli intrecci con alcune delle più influenti personalità del suo tempo. Diari, lettere e documenti raccontano il sodalizio con – tra gli altri – Felice Carena, Fausto Pirandello, Giuseppe Capogrossi, Corrado Cagli, Roberto Melli: i protagonisti, cioè, della cosiddetta “Scuola romana”, definizione coniata dal critico Waldemar-George nella presentazione di una mostra tenuta a Parigi nel 1933 da Cavalli, Cagli, Capogrossi e Ezio Sclavi.
In mostra, oltre ad una selezione dei documenti più significativi dell’archivio di Emanuele Cavalli, sono esposti alcuni dei dipinti, di cui i diari e gli appunti raccontano la lunga gestazione creativa. L’evoluzione della pittura di Cavalli è poi scandita in esposizione mediante il confronto con capolavori dei colleghi a lui più vicini, provenienti da raccolte private e dalle collezioni della Galleria Nazionale. Una particolare attenzione viene inoltre dedicata all’attività di fotografo di Emanuele Cavalli, tra fotografie artistiche connesse al suo immaginario pittorico e istantanee di vita quotidiana con protagonisti i suoi sodali.
Mostra: Arturo Noci (1874-1953). Oltre la Secessione, Roma, Galleria Berardi.
Arturo Noci, celebre per il suo divisionismo definito “aristocratico”, è stato uno dei pittori romani più apprezzati nell’Italia del primo Novecento. Celebrato per l’eleganza della sua pittura, dopo i successi nell’ambito della Secessione romana si reca a New York nel 1923, dove rimane per tutta la vita. Lì continua ad essere molto richiesto dall’alta borghesia per i suoi ritratti: parallelamente, tuttavia, realizza paesaggi ed eleganti nature morte, nelle quali dà libero sfogo alla propria creatività.